Le motivazioni delle Sezioni unite sulla rilevanza penale della commercializzazione dei derivati della “cannabis light”

Cass., Sez. un., 30 maggio 2019 (dep. 10 luglio 2019), n. 30475, Pres. Carcano, Est. Montagni, ric. Castignani

 

In data 10 luglio 2019 è stata depositata la motivazione della decisione assunta dalle Sezioni unite il 30 maggio 2019, relativamente alla commercializzazione dei derivati della c.d. “cannabis light”.

Le Sezioni unite hanno affermato il seguente principio di diritto: «La commercializzazione al pubblico di cannabis sativa L. e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa, non rientra nell’ambito di applicazione della legge n. 242 del 2016, che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di canapa delle varietà iscritte nel Catalogo comune delle specie di piante agricole, ai sensi dell’art. 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002, e che elenca tassativamente i derivati della predetta coltivazione che possono essere commercializzati, sicché la cessione, la vendita e, in genere, la commercializzazione al pubblico dei derivati della coltivazione di cannabis sativa L., quali foglie, inflorescenze, olio, resina, sono condotte che integrano il reato di cui all’art. 73, commi 1 e 4, d.P.R. n. 309/90, anche a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dall’art. 4, commi 5 e 7, legge 242 del 2016, salvo che tali derivati siano, in concreto, privi di ogni efficacia drogante o psicotropa, secondo il principio di offensività».

 

SOSTANZE STUPEFACENTI: configurabilità della lieve entità ex art. 73 comma 5 del d.p.r. N. 309/1990 nei casi di detenzione di sostanze stupefacenti tra loro eterogenee

Con la Sentenza n. 51063 del 9 novembre 2018 le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno  risolto due dibattute questioni in materia di detenzione di sostanze stupefacenti, ovvero se la diversità delle sostanze detenute, a prescindere dal loro dato quantitativo, osti alla configurabilità dell’ipotesi di lieve entità prevista dall’art. 73, comma 5 del D.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309 e se la detenzione contestuale di più sostanze integri un unico reato oppure una pluralità di reati in concorso formale od in continuazione tra loro.

Il caso sottoposto al vaglio della Suprema Corte riguardava un imputato ritenuto responsabile per  detenzione di più sostanze tra loro eterogenee e, precisamente, marijuana, hashish e cocaina. Continua a leggere